Ancora un articolo sui pregiudizi attorno al tema del costruire in legno. Eh già, perché come sarà successo anche a te, molte delle persone che si affacciano su questo mondo hanno o si sentono fare una serie di domande, che veramente troppe volte sono solo dei pregiudizi senza fondamento.
Dopo aver parlato dei pregiudizi di natura "economica", affrontiamo i temi di natura tecnica. In molti mi fanno la stessa domanda: vorrei costruire in legno, ma avrò la stessa solidità di un edificio in cemento e laterizio? E se volessi aprire una finestra in più? E se volessi spostare una parete? Se anche tu hai avuto ancora almeno uno di questi dubbi, forse può essere interessante leggere quello che rispondo solitamente a chi mi pone una di queste domande. E' bene ribadire una volta di più che un edificio in legno è un edificio a tutti gli effetti: e mi scuso per il gioco di parole. Le normative alle quali deve rispondere sono le stesse di un edificio in acciaio, in cemento, o in laterizio. E già cosi uno dei pregiudizi comincia a traballare: l'edificio in legno deve avere (ed ha) la stessa resistenza in caso di terremoto, incendio, alluvione, neve, eccetera di un qualsiasi altro edificio. Anzi! In molti casi la resistenza è migliore (pensa ad esempio alla residenza ai terremoti!). Se qualcuno ti ha detto che un edificio in legno è meno resistente di un altro edificio ti ha dato un'informazione poco corretta e sincera. L'ho detto molte volte: non condivido l'esperienza professionale del nostro studio per convincerti a costruire in legno. Lo faccio solo per darti le giuste informazioni sulla base delle quali scegliere come sarà fatto il tuo nuovo edificio. Altra domanda tecnica legata alla "solidità" costruttiva è questa: "abbiamo sviluppato un progetto che prevede un certo numero di aperture. E se durante i lavori volessi aggiungere o toglierne finestre?" Questo dubbio nasce dall'idea che l'edificio in legno arriva in pannelli di MHM o x-lam (le tecnologie secondo me più adatte in quasi tutti i casi) che vengono "tagliati" in ditta e sono solo da assemblare in cantiere. Ebbene, se si vuole chiudere una finestra non ci sono problemi, cosi come se ne volessi aprire una nuova: nella stragrande maggioranza dei casi basta armarsi di "motosega" e tagliare il pannello di legno praticando un foro delle dimensioni richieste dalla finestra. Mi rendo conto che per molti puristi ho detto una vera e propria eresia, e inserendo variabili in corso d'opera si rischia di perdere il controllo di tempi e costi di realizzazione, ma in linea di principio non vi sono problemi particolari ad inserire modifiche: è però caldamente consigliabile evitarlo per sfruttare al massimo la costruzione in legno, in particolare per la possibilità di controllare quasi totalmente tempi e costi di costruzione. Infine un ultimo dubbio che attanaglia in molti e si lega in parte a quello precedente: "Se costruisco in legno posso modificare le pareti interne?". Ebbene, in linea teorica (fatti salvi i discorsi su controllo di tempo e costi di realizzazione) non vi sono limiti alle modifiche che possiamo introdurre nelle distribuzioni interne (spesso realizzate in pareti di cartongesso). Ovviamente non possiamo danneggiare la struttura portante (anche se fosse di cemento armato dovremmo prestare attenzione, beninteso), ma a parte ciò vi è carta bianca. Devo però ammettere che nel corso dei progetti che sviluppiamo si è quasi sempre in grado di intercettare via via le esigenze e le modifiche introdotte e -personalmente- ricordo veramente pochi interventi in cantiere per recepire indicazioni della Committenza. Insomma, anche dal punto di vista tecnico le principali domande trovano spesso risposta grazie all'esperienza diretta nella realizzazione di edifici in legno e i pregiudizi si sciolgono come neve al sole. E tu? quali domande hai?
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